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Photo du rédacteurMario Salis

Russia, Putin mette fuori legge l’organizzazione delle madri dei soldati che combattono in Ucraina: “Svelano i morti al fronte

Put Domoj, “La strada verso casa”, è stata inserita nella lista degli “agenti stranieri”



Put Domoj, “La strada verso casa”, l’organizzazione delle mogli degli uomini russi mobilitati per combattere in Ucraina, è stata inserita nella lista degli “agenti stranieri”, l’etichetta - di sovietica memoria - che il Cremlino attribuisce ai suoi oppositori accusandoli di ricevere fondi dall’estero. Con il movimento femminile sono finite nel mirino anche la sua leader e portavoce Maria Andreeva, il media indipendente Sota, l’attivista per i diritti umani Marina Litvinovich e la candidata pacifista Ekaterina Duntsova, esclusa dalle ultime presidenziali.

Il gruppo Telegram Put Domoj è nato nel settembre del 2023, a un anno dalla mobilitazione “parziale” indetta da Vladimir Putin. Allora contava 400 iscritte; oggi sono oltre 60mila. Hanno aperto filiali in diverse città, organizzato campagne e dato via a inizio anno a una simbolica forma di protesta settimanale: ogni sabato depongono fiori davanti alla Tomba del milite ignoto nei Giardini di Alessandro, sotto alle mura del Cremlino.

Le autorità russe per un po’ hanno tollerato le manifestazioni settimanali, pur cercando in vari modi di dissuadere le donne dall’organizzarle. Oltre a minacciare punizioni, hanno scatenato i propagandisti in tv e i troll sui social, che le accusavano di essere al soldo di agenzie di intelligence straniere o dell’oppositore Aleksej Navalny. Sul canale Telegram è comparsa l’etichetta “Fake”, “falso”, e l’allerta: “Attenzione: molti utenti hanno segnalato che questo canale si spaccia per una persona o organizzazione famosa”.



A un mese circa dalle presidenziali che hanno riconfermato Vladimir Putin per un quinto mandato, la repressione è diventata più palese. Le forze di polizia hanno arrestato gli uomini presenti al raduno del 3 febbraio e minacciato i giornalisti russi e stranieri che coprivano la manifestazione. Ciononostante, le mogli e madri dei soldati russi avevano continuato a godere di una certa immunità, caduta ora con l’attribuzione del marchio di “agente straniero”.

Secondo il ministero della Giustizia, Put Domoj e Andreeva avrebbero lavorato per creare una “immagine negativa” della Russia e del suo esercito e invitato a proteste non autorizzate. La verità è che il movimento diventava sempre più scomodo perché accendeva i riflettori sui “costi umani” della guerra in Ucraina. I media indipendenti Bbc Russia e Mediazona hanno identificato almeno 52.763 soldati russi caduti in Ucraina; il 20 per cento di questi erano detenuti reclutati nelle carceri e graziati in cambio dell’arruolamento e il 14 per cento volontari arruolatisi a contratto. Il numero dei morti è in costante aumento da quando le forze russe hanno iniziato ad avanzare in direzione della città ucraina di Kharkiv. Nelle ultime due settimane, hanno calcolato le due testate, i caduti accertati sul fronte sono stati 1117.


«Dopo tanti mesi di minacce imbarazzanti e di stronzate lanciate contro di noi dai media, le autorità hanno finalmente deciso che cosa pensano di noi. Ora siamo agenti dei rettiliani e nemici del regime. Ci chiediamo se ci saranno prove? Ovviamente no. Put Domoj non è mai stata finanziata da nessuno. La follia e la paura sono sempre più forti», si legge in un post pubblicato sul gruppo Telegram del movimento.

«Chi sarà il prossimo? I soldati mobilitati e a contratto che lamentano la mancanza di pagamenti e di uniformi? Diventeranno agenti stranieri con le armi in mano? O tutti tranne i membri del partito Russia Unita? L’assurdità guadagna slancio, ma non intendiamo fermarci. I nostri cari rischiano ancora la morte, sotto il dominio dei “patrioti” della Russia e dei nemici dello Stato».


Una mossa «attesa”, che sarebbe potuta arrivare già «durante la campagna presidenziale”, ha commentato Duntsova, che aveva tentato senza successo di candidarsi come indipendente contro Putin alle elezioni presidenziali di marzo chiedendo di porre fine alla guerra in Ucraina. Duntsova ha promesso che non rinuncerà ai suoi sforzi per creare un partito politico, anche se «diventerà un po’ più difficile esprimersi» e - in quanto “agente straniero” - non potrà candidarsi per nessuna carica.

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